La Cyber-Biblioteca Dalla quantità di articoli
pubblicati nella rete si può dedurre che la Cyber-Biblioteca è (quasi) totale e
che i dischi sui calcolatori collegati in rete registrano tutto. “Tutto – come deducesse il bibliotecario
di genio del quale parla Borges ne La Biblioteca di Babele - la storia minuziosa dell’avvenire, le
autobiografie degli arcangeli, il catalogo fedele della Biblioteca, migliaia e
migliaia di cataloghi falsi, la dimostrazione della falsità di questi
cataloghi, la dimostrazione della falsità del catalogo autentico, l’evangelo
gnostico di Basilide, il commento di questo evangelo, il commento del commento
di questo evangelo, il resoconto veridico della tua morte, la traduzione di
ogni libro in tutte le lingue, le interpolazioni di ogni libro in tutti i libri,
il trattato che Beda potette scrivere (e non scrisse) sulla mitologia dei
sassoni, i libri persi di Tacito.” E’ presumibile che, come anticipò Borges nello stesso libro, il fatto generi sentimenti di felicità, di frenetica ricerca, di follia “Le Vendicazioni esistono (io ne ho viste due, che si riferiscono a persone da venire, e forse non immaginarie), ma quei ricercatori dimenticavano che la possibilità che un uomo trovi la sua, o qualche perfida variante della sua, è sostanzialmente zero” di esasperazione per chiarire i misteri dell’umanità e di grande incertezza perché non si sa se quello che si legge è vero. Ci annullerà l’unica certezza, quella che tutto è scritto nella rete? Fidel 2006 |